Affrettati lentamente

Di recente, è girato per reti sociali e alcuni giornali digitali il video di un seme di pino che germogliava in pochi secondi. Il filmato era composto logicamente di una serie di fotogrammi registrati lungo diversi mesi, ma editati a una velocità irreale, per fare in modo che il seme diventasse un piccolo albero sotto gli occhi dell’utente. 

Anche se è un esempio curioso e interessante per chi ama la natura, rispecchia molto bene la nostra fretta contemporanea perché le cose accadano subito. Molti film e libri recenti dimostrano che gli autori sono consapevoli di questa impazienza. Ad esempio, si sa che, già tanti anni fa, i libri di Harry Potter ebbero molto successo perché i colpi di scena erano costanti: l’autrice della collana del mago capì che doveva rivolgersi ad una generazione impaziente. Da allora, il ritmo ha accelerato ancora di più. Tra tanti esempi, lo dimostra anche un film più recente, Oppenheimer – acclamato da tutti —, dove la narrazione scorre a un ritmo che sembra proprio di un trailer: scene brevi, conversazioni telegrafiche, trama in costante zig-zag…

L’onnipresenza della tecnologia sta contribuendo a questa frettolosità: essa ci permette di fare e sapere le cose subito, dando alla nostra relazione con il mondo più velocità e intensità (quanti dibattiti amabili ha concluso di colpo l’onnisciente Wikipedia!…). La tecnologia ci incoraggia a fare, a sbrigare le cose, ma non a costo zero: così togliamo spazio al dubbio, alla riflessione, alla pazienza, al confronto, all’attesa. Ad esempio, è difficile non provare un pizzico di angoscia quando cerchiamo un prodotto online, come possono essere delle scarpe da tennis, e dopo tale prodotto ci viene offerto ovunque giriamo in Rete. Senza sapere ancora se veramente ne abbiamo bisogno o meno, Amazon ci incoraggia a comprare un paio di scarpe con solo un click. Un clic ed è fatta. Perché dubitare? Le hai desiderate, no? Veloce, veloce, come la crescita del pino.

Magari, invece di veder crescere il seme su Instagram, sarebbe più utile piantarlo ed annafiarlo tutti i giorni. Forse così capiremo che dobbiamo focalizzare il nostro interesse sulle cose che devono crescere lentamente, evitando che entrino troppo in noi la fretta e l’agitazione del digitale. Festina lente, dicevano gli antichi. Affrettati lentamente. Questa frase viene spesso accompagnata dall’immagine di una tartaruga spinta dal vento grazie a una vela istallata sopra il suo guscio, per illustrare che nella vita serve fretta, sì, ma non troppa. La crescita deve essere serena in quegli ambiti che la esigono: un percorso di studi, un fidanzamento, una nuova amicizia, nella vita di fede, un progetto professionale… ambiti da dove forse dobbiamo tenere lontane le proposte tecnologiche che agitano la nostra curiosità. 

Se chiedessimo all’albero del filmato un consiglio per dare frutto, forse ci direbbe così: «Persevera nel tempo; pazienta nell’azione».

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